Di Europa si deve parlare, Sempre!

Ultimamente in RAI passa uno spot con uno slogan che recita : “Di Europa si deve parlare”. Non potrei essere più d’accordo e aggiungerei che se ne deve parlare sempre! Sono fortemente convinto che sia parlando di Europa in modo continuativo che si formano i Cittadini Europei. È parlando di Europa che si diffonde la Cittadinanza Europea: il cardine dell’Europa stessa. Ma in alcuni casi parlare solamente di Europa non basta. Con questo articolo voglio proporre due idee su come diffondere e approfondire la Cittadinanza Europea.

Per sua natura la cittadinanza dell’Unione è influenzata da un effetto transfrontaliero, difatti la cittadinanza europea viene percepita maggiormente da coloro che utilizzano il diritto più “fisico”, più “attivo” della Cittadinanza Europea ovvero il diritto di muoversi liberamente all’interno dell’Unione. Ci sono alcuni diritti garantiti dalla cittadinanza dell’Unione che non necessariamente hanno bisogno dell’azione puramente fisica e che non richiedono di muoversi in giro per l’Europa, al fine di essere percepiti e vissuti. Tra questi diritti troviamo il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo o al mediatore o il recente diritto di proporre un cittadini europei iniziativa, ma c’è ancora poca informazione e poca formazione su questo argomento.

Come possiamo includere quelle persone che non si muovono attraverso le frontiere? Che cosa dobbiamo fare per renderli più consapevoli dei loro diritti in quanto cittadini europei? Come possiamo garantire le informazioni per raggiungerli?

Nel 2013, Anno dei cittadini europei, sono state organizzate numerose conferenze, dibattiti e campagne di informazione. Queste azioni hanno reso possibile anche per quei cittadini che non attraversano le frontiere di partecipazione, di acquisire informazioni e di ottenere familiarità con i loro diritti in quanto cittadini dell’Unione Europea. Questa è la strada giusta da seguire e deve essere rafforzata. Purtroppo queste iniziative, avviate in maniera massiccia nel 2013, sono state notevolmente ridotte durante l’arco del 2014. Molto probabilmente perché si pensava che il dibattito che sarebbe nato per via delle Elezioni Europee avesse continuato questa opera di formazione e informazione. Purtroppo ancora una volta il dibattito politico si è incentrato su argomenti di politica nazionale e l’unico tema puramente europeo scaturito è stato quello sulla possibile uscita dall’Euro, tra l’altro affrontato con slogan accattivanti e poco contenuto.

Credo che le Istituzioni dell’UE dovrebbero prevedere un continuo flusso di informazione, accessibile a tutti, esse dovrebbero aiutare maggiormente quelle organizzazioni della società civile che si prefiggono proprio lo scopo di diffondere, informare ed educare alla Cittadinanza Europea. Perché non creare la figura dell’Attivatore della Cittadinanza Europea? (suona meglio in inglese: European Citizenship Activator). Queste organizzazioni e questi Attivatori potrebbero creare opportunità continue di informazione, discussione e di educazione.

Si potrebbe obiettare che informazioni riguardante la Cittadinanza Europea ce ne siano già a tonnellate, che opportunità di dialogo e dibattito, seppur limitate, non manchino. Se qualcuno volesse informarsi sui suoi diritti di Cittadino Europeo, può cercarlo sui siti istituzionali delle istituzioni UE e troverà tutto quello di cui ha bisogno. Purtroppo la partecipazione a dibattiti e la ricerca di informazioni richiedono un certo grado di impegno attivo da parte dei cittadini. Il semplice atto di ricerca di quelle informazioni richiederebbe la volontà dei cittadini di mettersi alla ricerca, di analizzare e di selezionare le informazioni di cui hanno bisogno. Il ruolo degli Attivatori della Cittadinanza Europea sarebbe proprio questo: fornire oltre ad opportunità di dialogo anche un informazione già selezionata, semplice e facilmente comprensibile. Inoltre il compito degli attivatori, come dice la parola stessa, sarebbe quello di attivare le persone, coinvolgendole in prima persona. Essi avrebbero un rapporto personale, diretto ed aiuterebbero a dare all’Unione Europea un volto più umano, andando a ridurre il così detto deficit democratico.

Ci sono altre azioni che l’Europa dovrebbe intraprendere per aumentare la diffusione della conoscenza e la diffusione della Cittadinanza Europea. Bisogna creare un ambiente favorevole alla ricezione di informazioni che sono considerate difficili, un ambiente in cui la materia Europa sia considerata un aspetto quotidiano della vita. Questo ambiente verrebbe certamente diffuso dagli Attivatori ma il loro lavoro non basterebbe. Bisogna far entrare l’Europa nella vita di tutti i giorni, anche per quelle persone che nonostante tutte le opportunità che gli vengono offerte rimangono in un qualche modo Passivi.

L’Europa di tutti i giorni potrebbe essere ottenuta attraverso la diffusione di informazioni nei mezzi di informazioni, non solo Internet, ma anche attraverso mezzi più tradizionali come ad esempio la TV. Si potrebbe prevedere alcuni minuti obbligatori dedicati alla materia UE sui telegiornali nazionali, creare una pagina ben distaccata da accostare al telegiornale tradizionale dedicato interamente ed esclusivamente agli avvenimenti europei. Un altra soluzione sarebbe quella di creare appositi format dedicati interamente agli affari Europei, oppure, qualora questo esistessero già di trasmetterli in orari con un audience medio alto; l’ideale sarebbe nella fascia per-serale. In questo modo i cittadini potrebbero informarsi in maniera passiva, e la cittadinanza entrerebbe nel loro quotidiano senza bisogno di spostarsi in un altro stato europeo per sperimentala.

L’iniziativa di questi giorni portata avanti dalla RAI, è sicuramente un passo avanti, ma non posso che considerarlo un punto di inizio. Una settimana di programmazione speciale non basta, come ho già detto questa informazione e attenzione all’Europa deve essere continua. Insomma di Europa si deve parlare, Sempre!

 

 

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