#GenerazioneSenzaVoto, parte la raccolta firme per il voto degli studenti Erasmus

Quasi un milione di Italiani si trovano temporaneamente all’estero sia per motivi lavorativi che per motivi di studio. A causa della loro situazione essi non possono votare presso i consolati o le ambasciate italiane di riferimento, come fanno invece gli italiani residenti all’estero, in quanto la natura temporanea del loro soggiorno estero non rientra tra i requisiti per la registrazione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) o perché non rientrano nelle categorie previste dalla legge (militari, dipendenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e docenti universitari).

#GenerazioneSenzaVoto, è un iniziativa che parte dall’Erasmus Student Network Italia e vuole proporre una legge di iniziativa popolare che permetta anche a chi è all’estero, attraverso un programma di mobilità erasmus ma non solo, di poter esercitare il proprio diritto di voto senza dover necessariamente ritornare in Italia. Per raggiungere questo obiettivo ESN Italia ha avviato la raccolta di 50,000 mila firme entro febbraio 2015 dopo di che il tutto verrà presentato alla corte di cassazione.

Questa legge, qualora venisse approvata, porterebbe anche un notevole risparmio per le casse dello stato italiano in quanto a chi si trova temporaneamente all’estero durante le elezioni, viene riconosciuto un rimborso di viaggio che copre il 60% del biglietto qualora si viaggi in treno e fino a 40€ ad elettore per chi viaggi in aereo. Il possibile risparmio derivante dal permettere il voto fuori sede viene quantificato in 5 milioni l’anno dal comitato iovotofuorisede che nel 2013 aveva avviato una petizione online simile alla proposta di ESN Italia.

Per aderire e sostenere questa iniziativa è necessario recarsi al proprio comune e sottoscrivere la proposta di legge.

Per ulteriori informazioni visitare il sito: http://www.esnitalia.org/generazionesenzavoto 

2 commenti

  • Che l’ Unione Europea faccia si che i cittadini degli stati membri si sentano orgogliosi ( invece che depressi) di far parte dell’ Unione Europea. A incomnciare dal superamento del grosso
    squilibrio tra gli stipendi e i tenori di vita degli eurocrati al confronto di quelli ( davvero miseri,specialmente in Italia ma non soltanto in Italia )dei cittadini e le cittadine poveri degli stati membri.

    • Andrea Canil

      Caro Vladimiro, credo che parlare di Stipendi degli Eurocrati sia pura demagogia, vero è che potrebbero essere ridimensionati, ma vorrei ricordarti che un Europarlamentare percepisce al mese poco meno di 8 mila euro, mentre un parlamentare Italiano ne percepisce 11 mila. Quindi cominciamo con il regolamentare le cose in casa nostra. Ad ogni modo questo articolo parlava di una cosa diversa, ovvero permettere a quei cittadini Italiani che non sono presenti in Italia o per lavoro o per studio in periodi elettorali e che non possono iscriversi al’AIRE di poter votare senza dover ritornare.

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