E’ in arrivo l’EuroShutdown!

Nessun taglio automatico dei servizi o degli stipendi e nessun rischio default, ma l’approvazione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020 che sembrava scontata dopo il raggiunto accordo tra Parlamento e Consiglio Europeo rischia di slittare a tempo indefinito perché la commissione bilancio del Parlamento Europeo accusa il consiglio di non rispettare gli accordi.
Per capire come si sia arrivati a questa situazione è bene spiegare brevemente come funziona l’allocazione di risorse a livello europeo. Esistono due tipi di programmazione di bilancio a livello europeo, il Quadro finanziario pluriennale e il bilancio annuale.Il QFP è un insieme di regole negoziate tra Commissione, Parlamento e Consiglio per gestire le risorse dell’UE in un arco temporale lungo, solito 5\6 anni. In questo framework vengono decisi i massimali di spesa che l’UE può impegnare annualmente e vengono decise come le risorse vengono divise a seconda delle priorità negoziate. Il processo che porta all’adozione del QFP è lungo,prevede una serie di negoziati istituzionali e prima di essere effettivo il QFP deve essere approvato sia dal Consiglio che dal Parlamento Europeo. IL bilancio annuale, come dice il nome stesso, è deciso annualmente e si riferisce agli impegni di spesa che l’UE ha fatto durante l’anno, questi non possono superare i limiti decisi dal QFP e ne deve rispettare le regole e priorità.
Le negoziazioni per il QFP attuale sono iniziate nel 2011 e ha visto il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo ingaggiare una lotta continua all’insegna dell’Austerity. Da una parte il Consiglio premeva per una sostanziale riduzione del budget totale dell’UE dall’altra il Parlamento, pur presentando possibili riduzioni poneva l’attenzione alla riduzione delle spese e ad aumentare l’efficienza delle istituzioni. Più volte queste lotte per il QFP hanno avuto ripercussioni sulla programmazione annuale delle spese UE, l’ultimo, lo scorso anno con il caso dei pagamenti Erasmus.
La situazione attuale, ricalca abbastanza gli avvenimenti dell’anno scorso. L’accordo per l’approvazione del QFP tra Consiglio e Parlamento era stato raggiunto a Giugno, dove il PE chiedeva in cambio dell’approvazione la copertura totale delle spese UE per il 2013. La Commissione chiedeva 11.2 miliardi di Euro per onorare tutte le spese fatte durante l’anno, ma il Consiglio ne garantiva solo 7.3. Si rischiava di cominciare il 2014 con un deficit, ma il Consiglio ha annunciato lunedì scorso di aver stanziato i 3.9 miliardi di Euro mancanti per la copertura dell’anno finanziario 2013. Fin qui tutto bene, se non fosse che di questi 3.9 miliardi, 400 milioni sono destinati a fornire aiuto ai paesi che sono stati colpiti dalle alluvioni del 2012 (Germania, Austria e Repubblica Ceca).
Secondo Alain Lamassoure , presidente della commissione bilancio del PE “È come dire ‘Vi diamo 3,9 miliardi e ce ne prendiamo immediatamente indietro 400 milioni’. Lamassure non critica gli aiuti, che sono necessari, ma critica il metodo con cui essi sono elargiti. Esiste infatti un fondo europeo per queste situazioni il Fondo Europeo di Solidarietà, che non è soggetto ai limiti del bilancio UE, per garantirne l’autonomia e l’efficacia. Legare gli aiuti alle discussioni del Bilancio potrebbe, sempre secondo Lamassure, creare un pericoloso precedente, vorrebbe dire che in tali occasioni i soldi per gli aiuti andrebbero sottratti al bilancio di altre politiche Europee.
Per risolvere la situazione è prevista in settimana un incontro istituzionalizzante di negoziazione tra Commissione, Parlamento e Consiglio ma se non si dovesse raggiungere un compromesso, l’approvazione da parte del Parlamento Europeo del Quadro finanziario pluriennale previsto per il 24 ottobre, ultimo passaggio per la definitiva approvazione, rischia di essere ulteriormente rimandato.
Ulteriori informazioni:

Bilancio UE come si articola e come funziona: http://www.publicpolicy.it/bilancio-ue-come-si-articola-e-come-funziona-scheda-6285.html

 

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