Disgustati dalla Politica: i Giovani in collera e gli Elettori Sfiancati

Sempre più spesso quando mi capita di parlare di politica, con i miei amici, parenti o conoscenti, mi capita di incontrare i “disgustati dalla politica” ovvero quelle persone che fanno affermazioni del tipo “io ho deciso che non vado a votare, tanto sono tutti uguali e non vale la pena”. Quando sento queste parole, mi infervoro, e comincio subito a discutere presentando la mia convinzione che se si rinuncia a votare si rinuncia anche al diritto di lamentarsi perché le cose non vanno, e che se le cose vanno male, forse è proprio perché spesso si rinuncia ad esercitare la nostra cittadinanza in modo attivo. La mia idea sulla Cittadinanza Attiva, lo svilupperò in un altro post, in questo voglio provare a tracciare un profilo delle persone che tendono ad essere così disgustati dalla politica da rinunciare anche al voto. Basandomi sulla mia esperienza, e semplificando al massimo un fenomeno complesso, credo che esistono due tipi di “Disgustati dalla politica” suddivisibili in fasce di età. Un gruppo è rappresentato dalla fascia 20-40 anni, che definirei i “Giovani in collera” e l’altra fascia 40- in su che definirei gli “Elettori sfiancati”.

I “Giovani in collera”, sono quei ragazzi che non vedono un futuro davanti a loro. Vivono nell’impossibilità di programmarsi la loro vita, magari non solo perché sono senza lavoro, ma anche perché se il lavoro c’è l’hanno non riescono ad ottenere prestiti per comprare una casa. I giovani in collera che hanno un lavoro non capiscono come mai gran parte del loro stipendio se ne va in tasse, mentre vedono i politici come dei ladri, che hanno tutto, prendono molti soldi per non lavorare. I giovani in collera fanno affermazioni del tipo “a noi hanno messo le tasse ma loro non si sono ridotti lo stipendio” oppure “ho sentito che il debito pubblico è salito e invece di ridurre i parlamentari li hanno aumentati” oppure ancora “Questo governo nella legge X ha fatto tutto il contrario di quello che aveva detto di fare”.
Una cosa che ho notato parlando con questa categoria è che parlano a slogan e molte volte purtroppo non sono realmente informati. Molti di loro non sanno come funziona il nostro sistema istituzionale, non sanno quali sono le differenti competenze tra Governo e Parlamento o Presidente della repubblica. Per loro il debito pubblico è causato principalmente dagli sprechi della politica, dagli stipendi alti dei parlamentari e dalle auto blu. Non conoscono per niente le differenze tra le varie correnti politiche ( se non destra e sinistra ma non sanno cosa significa realmente) e conoscono solo i politici più famosi. La causa del loro parlare per slogan, va ricercata secondo me dal fatto che sono (come tutti i giovani) grandi utilizzatori di Facebook, dove da molto tempo girarono immagini che inneggiano all’anti-politica, in molti casi contenenti informazioni non vere. Essi prendono queste informazioni come dei dogmi, non provano ad approfondire per saperne di più. Quando cerco di spiegare loro che alcune informazioni che danno come veritiere potrebbero essere false, o che certi aspetti non possono essere considerati fini a sé stessi ma bisogna valutare anche altre variabili, mi scontro con un muro. Un cosa che mi fa imbestialire di questi giovani è che si lamentano, senza l’intenzione provare a reagire per far qualcosa. Quando fai notare loro che se volessero cambiare le cose basterebbe che si attivassero e avanzassero delle proposte. Che hanno la possibilità di informarsi e di approfondire se lo volessero, che magari non tutti i politici sono dei ladroni rispondono che loro non hanno tempo per fare queste cose.
Gli “Elettori sfiancati” invece è rappresentato da quel gruppo di persone che bene o male è sempre andato a votare, e che ha visto che nonostante questo, le promesse fatte in campagna elettorale sono state (quasi) sempre sistematicamente disattese. Sono quelle persone che credevano che tutto andasse bene e che la crisi in Italia fosse lieve, quando si sono trovati improvvisamente sul baratro. Sono sfiancati perché appunto hanno provato a cambiare le cose con il voto, magari cambiando orientamento ad ogni votazione oppure aderendo a nuovi movimenti, nella speranza di vedere linfa nuova. Gli elettori sfiancati dicono frasi tipo “non vado a votare perché i politici sono sempre gli stessi”, “tanto anche le li voti loro poi cambiano partito o fanno quello gli pare” oppure “ci vuole un cambiamento in parlamento, fuori tutti i vecchi e dentro i giovani”. Quando discuto con loro sul fatto che non andando a votare sarebbe come dare mano bianca a tutti quei politici che loro tanto detestano, che ancora una volta un voto informato potrebbe in qualche modo cambiare la situazione, loro rispondono con un misto di rabbia e amarezza: “ci ho provato e riprovato adesso basta” oppure “l’unico modo per cambiarli è che tutti non vadano a votare”. Credo che questa categoria abbia fondamentalmente ragione, sono stati illusi tante volte, e sì, certamente, se tutti non andassimo a votare il segnale sarebbe forte. Portroppo una cosa del genere è impossibile. Se molti non vanno a votare, quelli che a votare ci andrebbero sono probabilmente quelle persone che hanno un certo interesse perché alcune persone vengano elette. Una cosa che noto parlando con questa categoria è il fatto che essi credono che la scelta deve essere necessariamente tra due o tre partiti, essi non considerano gli altri partiti esistenti che magari non sono rappresentati in parlamento o che hanno poca rappresentanza. Credo che Il motivo di questa convinzione va ricercata nel fatto che la loro maggiore fonte di informazione è la TV, dove ovviamente si parla solo dei partiti più forti. Quando fai notare dell’esistenza di altre possibili vie di voto, rispondono sconsolati: “tanto, sono tutti uguali”.

Ora fatta queste considerazioni sulle diverse tipologie di “Disgustati dalla Politica”, mi chiedo sempre di più: di chi è la colpa per questa situazione? Certamente una parte va alla classe politica, ma credo che sia anche un po colpa di tutti noi, che ci siamo adagiati sugli allori e abbiamo abbandonato l’impegno politico, allora quale di questi fattori è predominante? Come fare per risolvere questa situazione? Come convincere queste persone la soluzione non è rinunciare al voto? (ma è proprio vero questo? Il voto serve a qualcosa?) Al momento non ho risposte a queste domande, e credo che non ne avrò mai, ma sono punti sui quali certamente rifletterò. E voi, avete mai avuto a che fare con i “disgustati della politica”? Come li vedete? Concordate con la mia classificazione? Siete voi stessi dei “disgustati”? Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni o le vostre esperienze.

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