Uscire dall’Euro! Cosa succederebbe?

L’argomento più gettonato di questa campagna elettorale Europea, nonché l’unico al momento che implichi una discussione di una tematica europea, riguarda riguarda l’attacco dell’Euro e la richiesta di un abbandono della moneta unica. I sostenitori del no Euro sostengono che questo sia la causa principale di tutti i mali dell’Italia, sostengono inoltre che la moneta unica sia l’origine della crisi che stiamo vivendo e che uscire dall’Euro sia una sorta di panacea che risolverebbe tutti i nostri problemi. Premesso che non sono un economista, motivo per cui cercherò di scrivere questo articolo senza usare tecnicismi se non strettamente necessari, proverò a spiegare cosa succederebbe se veramente uscissimo dall’Euro.
Il primo effetto, quasi immediato dell’uscire dall’Euro, sarebbe quello di avere da una parte un diminuzione del valore dei risparmi e del patrimonio degli italiani e dall’altra una fuga di capitali. Questo accadrebbe perché la nuova moneta adottata sarebbe più debole rispetto all’Euro (in altre parole varrebbe di meno), non godrebbe della fiducia dei mercati (sia perché sarebbe una moneta nuova, sia perché l’Italia è famosa per la sua instabilità), e ci sarebbe una fuga di capitali perché chi ne avesse la possibilità preferirebbe mantenere il suo capitale valutato in Euro (e quindi lo sposterebbe dall’Italia). Secondo alcuni studi la svalutazione dovuta all’uscita dall’Euro potrebbe andare dal 20 al 40%, consideriamo la media e avremo una svalutazione del 30%.
Se vincesse il no Euro e tornassimo ad una nostra moneta nazionale dovremo fare i conti anche con il nostro debito pubblico (tanto per cambiare). Difatti la svalutazione della nuova moneta andrebbe a intaccare anche il nostro debito pubblico aumentandolo. Questo accadrebbe perché i detentori dei nostri titoli di stato che hanno acquistato i BOT in Euro vorrebbero comunque essere pagati in Euro. Come già detto l’Euro varrebbe di più rispetto alla nuova moneta italiana, indi per cui lo stato italiano sarebbe costretto a pagare di più e il debito pubblico aumenterebbe quasi all’istante (aumenterebbe della stessa percentuale con la quale la moneta si è svalutata, mantenendo sempre la media, avremmo un aumento del 30%)
Un altro effetto si avrebbe sui costi delle importazioni, anche sulle materie prime, sempre avendo una moneta più debole i costi di importazione aumenterebbero. Ricordiamoci che l’Italia è la seconda industria manifatturiera Europea e che questa industria fa un uso massiccio sia di materie prime che di energia, entrambi carenti nel nostro paese, c’è dunque il bisogno di importarle. Considerando che importiamo circa il 20% delle materie prime necessarie e ben l’80% dell’energia l’aumento dei costi di queste importazioni dovute alla svalutazione della nuova moneta sarebbe un salasso a carico delle imprese Italiane, e per i cittadini che vedrebbero aumentare i costi sia dei prodotti esteri che di quelli nazionali.
Certo uscire dall’euro potrebbe portare alcuni vantaggi, una politica di svalutazione potrebbe avere a lungo temine un effetto benefico e di rilancio dell’economia. L’Italia è famosa per aver usato questa politica in passato, anzi è famosa proprio per averne abusato. Difatti una politica di questo genere comporterebbe un aumento dell’inflazione e un ulteriore perdita nel breve termine del potere di acquisto delle famiglie. Ci troveremo ad avere una situazione molto simile a quella dell’Argentina nei primi anni 2000 (dove la popolazione sotto la soglia di povertà è rimasta per anni superiore al 50%)
Quindi prima di urlare NO Euro, e prima di chiedere a testa bassa di uscire dall’Euro fermiamoci un attimo a pensare e criticamente decidiamo se il gioco vale la candela!