Il Lascito Europeo della Iron Lady

Questa settimana è scomparsa Margaret Thatcher, meglio conosciuta come la Lady di Ferro.Questa donna mi ha sempre affascinato, è stata la prima donna ad essere nominata primo ministro e, benché a volte discutibili, ha sempre lavorato per il raggiungimento dei suoi obiettivi senza scendere a compromessi.
La politica Europea della signora Thatcher fu quella di portare avanti gli interessi commerciali del regno unito, spingendo per la liberalizzazione completa del mercato, ma ha sempre cercato di ostacolare ogni passo avanti verso l’integrazione politica di quella che allora era ancora Comunità Europea. Questo suo ostracismo è ormai impresso nella storia attraverso le sue due frasi più note, che molto spesso vengono usate per ricordarla.
I want my money back ! ” Pronunciata durante il vertice Europeo (allora ancora non si chiamava Consiglio Europeo) di Dublino nel 1979. All’epoca la Gran Bretagna si trovava ad essere il più grande contributore netto dell’Unione Europea, il che significava che versava molto più di quello che riceveva come aiuti. Questa situazione era dovuta al fatto che la maggior parte del budget Europeo andava a finanziare la Politica Agricola Comune (da cui beneficiava sopratutto la Francia). L’Inghilterra non essendo un paese con una settore agricolo sviluppato non ricavava molto da questa politica, dunque la battaglia fatta propria della Thatcher fu quella di negoziare un “rimborso” della somma versata. Questa battaglia venne vinta al vertice Europeo di Fontainbleau del 1984, dove venne istituito un sistema di rimborso automatico verso l’Inghilterra. Questo meccanismo ha fatto si che il principio della solidarietà Europea fosse minato alla base. Difatti invece che spingere per una profonda riforma della PAC o una redistribuzione del bilancio su altri settori, la signora Thatcher, ha preferito far passare il principio che uno stato membro debba essere rimborsato della somma versata per il budget Europeo contribuendo a costruire un Europa il cui principio integrante è solo Economico. Inoltre un principio di questo genere non tiene conto di altri fattori importanti che però non possono essere valutati dal punto di vista economico, come ad esempio la libertà di circolazione o il rendere più facili contatti tra i cittadini Europei.

La Lady di Ferro viene ricordata anche per i suoi “ NO, NO, NO” all’Unione Europea. Questi tre no furono pronunciati il 30 Ottobre 1990, quando riportava alla camera dei comuni (che equivale circa alla nostra camera dei deputati) gli argomenti dibattuti nel Consiglio Europeo di Roma, svoltosi qualche giorno prima, nel quale si era deciso come comporre le due conferenze intergovernative che avrebbero discusso la formazione dell’Unione Monetaria e dell’Unione Politica. In particolare Margaret Thatcher riferisce dell’idea dell’allora presidente della Commissione Jaques Delors di fare della Commissione il governo espresso dal Parlamento Europeo direttamente eletto e di trasformare il Consiglio Europeo nel senato. Anche questa opposizione estrema della Gran Bretagna al rafforzamento democratico delle Istituzioni Europee e alla maggiore integrazione politica, proprio negli anni in cui si stava negoziando il Trattato di Maastricht (che diede vita all’Unione Europea nel 1992), ha contribuito a costruire una unione incompleta e dalle basi fragili.
Come detto in precedenza la maggior preoccupazione in campo Europeo della signora Thatcher fu quello di portare avanti gli interessi commerciali dell’Inghilterra. Per questo non tutta la politica Europea andò a minare l’integrazione. E’ sicuramente merito della Iron Lady se abbiamo visto il completamento del Mercato Interno Europeo. Le sue pressioni durante le negoziazioni dell’Atto unico Europeo, nel 1987, per avere un mercato più libero e più accessibile hanno portato ad avere decisioni prese a maggioranza qualificata per le materie economiche. Questo ha permesso, almeno per quanto riguarda il mercato, un integrazione maggiore e più veloce evitando veti nazionali.
Per avere maggiori informazioni sulla politica Europea di Margaret Thatcher consiglio:
  • BINO OLIVI, L’Europa difficile : storia politica dell’integrazione europea, 1948-2000, Bologna, Il Mulino, 2001; (Pagine: 203-205, 209-214, 223-226)
  • MARK GILBERT, Storia politica dell’integrazione europea, Bari-Roma, Laterza, 2008 (Pagine: 135-139, 150-155)
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